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Bruno Zevi

Bruno Zevi nasce a Roma nel 1918, frequenta il liceo “Tasso” e sviluppa amicizie con Mario Alicata e Paolo Alatri. Dopo la maturità, si iscrive alla facoltà di architettura. A causa delle leggi razziali, lascia l’Italia nel 1939 per trasferirsi prima a Londra e poi negli Stati Uniti. Qui si laurea presso la Harvard University e si avvicina al pensiero di Frank Lloyd Wright, che influenzerà la sua visione architettonica. Durante il suo soggiorno negli Stati Uniti, Zevi si impegna attivamente nell’attività politica e culturale, dirigendo i “Quaderni Italiani” del movimento Giustizia e Libertà e partecipando all’apostolato dei fratelli Carlo e Nello Rosselli. Riesce a tornare in Europa nel 1943 e contribuisce agli sforzi bellici progettando accampamenti militari e gestendo una radio clandestina. Dopo la guerra, Zevi ritorna a Roma e si impegna nella lotta antifascista, promuovendo l’Associazione per l’Architettura Organica e fondando la rivista “Metron”. Diventa professore universitario e pubblica importanti opere come “Storia dell’architettura moderna”. Negli anni successivi, Zevi continua il suo impegno sociale, politico e accademico, fondando istituzioni come l’IN/ARCH e l’Istituto di Critica Operativa. Si distingue anche nella critica dell’architettura contemporanea, combattendo contro il post-modernismo e promuovendo il decostruttivismo. Muore a Roma nel 2000, lasciando un’impronta indelebile nel campo dell’architettura e della cultura italiana.

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